Collezione francese di arte africana Questa statua africana presenta una postura insolita: una donna inginocchiata che esprime una profonda meditazione. La sua barba suggerisce la rappresentazione ermafrodita di un antenato, mentre il suo ventre arrotondato evoca la maternità. Secondo Geneviève Calame-Griaule, queste statuette, chiamate "dege", servivano da intermediari tra gli uomini e gli spiriti o i geni, associati alla fertilità e alla maternità. Una patina marrone scuro ricopre completamente questo pezzo, segnato dalle crepe e dalle crepe del tempo. Queste statue, a volte considerate incarnare l'essenza del defunto, sono poste sugli altari ancestrali e utilizzate nei rituali, in particolare quelli legati ai tempi della semina e del raccolto. Parallelamente all'Islam, i rituali religiosi Dogon ruotano attorno a quattro culti principali: il Lébé, associato alla fertilità e guidato dall'Hogon; Wagem, culto degli antenati sotto l'autorità del patriarca; il Binou, che evoca il mondo degli spiriti ed è guidato dal sacerdote Binou; e la società delle maschere, coinvolta nei funerali. Secondo la cosmogonia Dogon, i primi antenati primordiali, i Nommo, erano divinità dell'acqua bisessuali. Creati nel cielo dal dio creatore Amma, scesero sulla terra in un'arca, fondando così le otto stirpi dei Dogon e trasmettendo agli esseri umani le arti della tessitura, del fabbro e dell'agricoltura.
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